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Fra gli amici di Piero Delfino Pesce – oltre a quelli noti come Arnaldo Cervesato, Mario Gioda, Terenzio Grandi, Anton Giulio Bragaglia, Hrand Nazariantz, Tommaso Fiore, Nicola Viterbo ecc. – va ricordato in modo particolare Arnaldo Mussolini: l’amico segreto, di cui parla Maddalena Santoro nelle sue lettere, inviate a Caterina Tanzarella, moglie del direttore di «Humanitas», che sono qui riportate nella sezione «Carteggi». Per quel che riguarda, invece, i suoi avversari non possiamo non ricordare il prefetto del Regno Carlo Olivieri e Araldo di Crollalanza. Quest’ultimo negli anni precedenti alla Grande guerra fu mazziniano e per qualche tempo fu tra i redattori di «Humanitas». Per la precisione pubblicò sulla Gazzetta di Pesce solo due cronache, una delle quali – 1913 N. 29 – contro i manganellatori elettorali di Giolitti. Nel primo dopoguerra fu tra fondatori del movimento combattentistico nonché leader del movimento fascista in provincia di Bari. Ebbene di Crollalanza è sicuramente responsabile sul piano politico – dato il ruolo di leader che ricopriva a Bari – delle persecuzioni dei mazzieri fascisti nei confronti di Pesce. Non sappiamo con certezza se fosse fisicamente o meno alla guida* della squadraccia fascista che nel dicembre 1924 attaccò e distrusse la sede di «Humanitas» in via Beatillo, angolo Corso Cavour. E tuttavia se non è stato lui a ordinare quell’aggressione – insieme alle altre – nei confronti di Pesce, al limite è stato a guardare. A sua volta, le determinazioni assunte dal prefetto Carlo Olivieri, in riferimento ai fatti di Bari dell’agosto 1922 – furono oltremodo esiziali per il direttore di «Humanitas». Il prefetto Olivieri, pur sapendo che Pesce era innocente, ne ordinò ugualmente l’arresto. Di fatto Olivieri, allo stesso modo di altri prefetti di orientamento giolittiano, si schierò sin dagli inizi del 1921 con i fascisti. Sulla figura di Olivieri e sulle sue responsabilità nei confronti della morte del deputato socialista Giuseppe Di Vagno e delle stragi compiute dai fascisti a Torino nel dicembre 1922, lo scrivente sta preparando un articolo.

* In riferimento alla guida della squadra di mazzieri fascisti che nel dicembre 1924 distrusse la tipografia in cui veniva stampata la gazzetta «Humanitas», Sebastiano Gernone ha raccolto la seguente testimonianza: «Ad informarmi sulla direzione della squadraccia fascista da parte di Araldo di Crollalanza è stato il prof. Vittorio Delfino Pesce, noto studioso di fama internazionale, il cui padre era il nipote di Piero Delfino Pesce direttore e fondatore di «Humanitas». Il prof. Pesce non ha difficoltà a testimoniare su questa memoria famigliare. Sembra anche che il patrimonio finanziario della rivista sia scomparso ad opera di ignoti…». (Vedi S. GERNONE, Omaggio a Piero Delfino Pesce e al giornale barese Humanitas, sul sito web «Telestreet Bari – TV di strada», 28 settembre 2006).

Gli Amici

 
M. Santoro Tommaso Fiore
Bragaglia Mario Gioda T. Grandi
Nazariantz Viterbo Meriano
Conte Zanotti Gallo Civinini
i Collaboratori
capuana carano don vito Giuseppe Di Vagno
Di Giacomo D 'ambra Fallacara
Fienga Quasimodo Alfredo Violante
Gli Avversari
Araldo di Crollalanza Benito Mussolini Prefetto Carlo Olivieri